La sorprendente parabola artistica di Jackson Pollock si concretizza in un’eccezionale retrospettiva newyorkese, che ne ripercorre le tappe attraverso famosi capolavori e opere meno note.
Gli Stati Uniti dedicano a uno dei loro artisti più conosciuti un’incredibile rassegna monografica, allestita al secondo piano del Museum of Modern Art di New York. Fino al 13 marzo 2016, Jackson Pollock: A Collection Survey, 1934–1954 offrirà al pubblico del MoMA l’occasione di ripercorrere la storia di un indimenticato genio del Novecento, ammirando una ricca selezione delle sue opere.
La mostra segue l’evoluzione stilistica di Pollock nell’arco di un ventennio – dagli anni Trenta fino al 1956, anno della sua scomparsa, appena quarantaquattrenne. Il risultato è una raccolta di circa cinquanta opere, tutte presenti nella collezione del museo, che ben sintetizza l’ampia gamma di materiali e tecniche usati dall’artista durante la propria carriera.
In soli due decenni, Pollock fu in grado di passare dalle rappresentazioni a carattere mitico a un immaginario pittorico in cui figurazione ed elementi astratti coesistevano in un ensemble impareggiabile. Tuttavia, fu però grazie al celebre espediente del dripping – lo sgocciolamento apparentemente casuale del colore sulla tela – che Pollock guadagnò la fama internazionale, affermandosi come uno dei primi esponenti dell’Espressionismo Astratto.
Oltre al famoso One: Number 31, 1950 – uno dei più imponenti lavori pittorici realizzati da Pollock – la mostra raccoglie anche disegni, rare serigrafie, incisioni e litografie, illuminando una sezione ancora poco conosciuta della sua produzione. Grazie all’accostamento di una tale varietà di opere, l’esposizione rende giustizia all’incessante desiderio di sperimentazione conservato da Pollock durante l’intera vita.