A detta del quotidiano britannico The Guardian, la raccolta di scatti inediti del fotografo giapponese, scomparso nel 2000, è il libro fotografico migliore del 2015.
A quindici anni dalla morte di Shoji Ueda, esce una raccolta a lui dedicata che presenta oltre 5mila foto mai pubblicate, scoperte nel suo archivio personale. Il libro, intitolato semplicemente Ueda, è accompagnato da un racconto dello scrittore Toshiyuki Horie, Under the Old Lens God, perfetto contrappunto letterario alle immagini del fotografo giapponese.
“Avventuriero sedentario”, Shoji Ueda fu ossessionato dalle dune per tutta la vita: nel volume retrospettivo la maggior parte degli scatti sono presi sulla costa di Tottori, in Giappone, dove l’autore viveva. Il formato tendenzialmente quadrato e il bianco e nero, adottato quasi fino alla fine della sua carriera, sono i tratti distintivi delle composizioni in bilico tra surrealismo e realtà, dove su un accecante sfondo sabbioso si stagliano sagome di figure umane di adulti o bambini, come manichini su un set immaginario, fatto di sabbia. Ueda stesso si faceva protagonista degli scatti, anche accompagnato dalla moglie.
Il libro è curato nei minimi dettagli, dalla qualità della carta, alla composizione grafica e si è guadagnato per questo l’onore di essere eletto dal Guardian il photobook dell’anno.