A Roma, la Galleria nazionale d’arte moderna omaggia l’artista nel decennale della sua scomparsa, con i versi dell’amico poeta Giuseppe Ungaretti.
La Biennale di Venezia del 1988 vedeva tra i suoi protagonisti Piero Dorazio, fra i maggiori promotori dell’Astrattismo nell’Italia del Dopoguerra, fondatore nel 1947 a Roma – assieme a Carla Accardi, Ugo Attardi e altri – di quel gruppo Forma 1 in prima linea nell’accesa controversia fra Astrattismo e Realismo.
A quella Biennale Dorazio si presentava con 12 opere degli anni Ottanta, tutte dedicate all’amico poeta Giuseppe Ungaretti, con il quale aveva instaurato un proficuo sodalizio fin dagli anni Sessanta. Il poeta scrisse un saggio sulla sua opera pittorica e Dorazio, a sua volta, nel 1967 realizzò una serie di incisioni per la raccolta di poesie La luce.
Si incentra su questo l’omaggio che, il 30 dicembre, la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma rende a Dorazio, per ricordare il decennale della scomparsa, avvenuta a Perugia nel 2005.
L’attore/artista Giorgio Crisafi – che da giovanissimo lavorò come suo assistente – leggerà brani da Quello che ho imparato di Piero Dorazio e da La luce di Giuseppe Ungaretti. Sarà una lecture “itinerante”, con spostamenti fra le sale alla ricerca dei lavori dell’artista, di cui il museo possiede otto opere.
[Immagine in apertura: Aurelio Amendola, Piero Dorazio, Todi, 1980. Copyright: Aurelio Amendola]