1 Dicembre 2015
A Roma sono stati presentati gli esiti dei lavori di restauro della cupola della Chiesa dei Santi Luca e Martina. Gli stucchi seicenteschi ritrovano finalmente le cromie originarie.
È stato un restauro “per sottrazione”, quello da poco terminato e che ha interessato l’apparato decorativo interno della cupola e del tamburo della Chiesa dei Santi Luca e Martina, a Roma. Si è lavorato cioè a ritroso, ripercorrendo la storia architettonica e il vissuto restaurativo dell’edificio progettato nel Seicento da Pietro da Cortona, nel perimetro del Foro romano.
Le operazioni hanno interessato la rimozione delle tinte impiegate in restauri precedenti, per ripristinare un color travertino rosato caldo per gli elementi aggettanti e una tonalità grigia – ottenuta dall’applicazione di un sottile strato di calce senza pigmento – per gli sfondi, secondo il progetto originario dell’architetto Pietro da Cortona.
Durante i lavori, l’edificio è rimasto accessibile sia per le regolari funzioni religiose che per eventi culturali, grazie ad un ponteggio sospeso, “invisibile”. Voluto dall’Accademia di San Luca – di cui la chiesa è il monumento-simbolo – gli esiti del restauro sono stati presentati al pubblico proprio oggi, martedì 1 dicembre, confermando la filosofia del “cantiere aperto” che l’Accademia ha adottato per tutti i lavori di manutenzione dei suoi edifici e delle opere della propria collezione.
[Immagine in apertura: Chiesa dei Santi Luca e Martina, Cupola dopo gli interventi di restauro del 2014-2015, con le tonalità calde delle decorazioni in stucco, tipiche della fase cortonesca.]