Lo straordinario direttore d’orchestra e compositore francese si è spento all’età di novant’anni. Innovativo interprete della musica novecentesca, è considerato uno dei pionieri della sperimentazione elettronica.
Il mondo della musica classica ha perso uno dei suoi più celebri protagonisti. Mercoledì 6 gennaio si è spento nella sua dimora di Baden Baden il famoso compositore Pierre Boulez. Solo pochi mesi fa, amici e colleghi avevano festeggiato con lui il suo 90esimo compleanno, apice di una carriera vissuta all’insegna di una ferrea coerenza al proprio stile e dell’amore per la sperimentazione.
Nato a Montbrison nel 1925, Boulez abbandonò presto gli studi matematici per dedicarsi a quelli musicali. Trasferitosi a Parigi avviò, insieme al tedesco Karlheinz Stockhausen e al belga Henri Pousseur, una vera e propria rivoluzione musicale, accentuata dall’incontro con il giovane John Cage negli anni Sessanta.
Compositore innovativo e aperto agli input del presente, Boulez fu anche un’eccezionale direttore d’orchestra, capeggiando l’orchestra di Cleveland, la sinfonica della BBC e la Filarmonica di New York e diffondendo il repertorio di Debussy, Mahler, Stravinsky.
Nel 1970, per volere dell’allora presidente George Pompidou, fondò l’IRCAM, l’istituto per l’esplorazione e lo sviluppo della musica moderna, che diresse fino al 1992. Noto per la tendenza a revisionare le proprie composizioni lasciandole aperte, Boulez è considerato uno dei precursori della musica elettronica.