A metà degli anni Venti, un'area distinta e signorile del capoluogo lombardo viene arricchita da un monumentale palazzo, che all'ingresso secondario presenta un'inedita particolarità...
Tra il 1925 e il 1927, l’architetto mantovano Aldo Andreani fu impegnato nella realizzazione di uno dei tre edifici da lui progettati a Milano. L’opera che ci interessa è in via Serbelloni, all’angolo con via Maffei; in linea d’aria, il Palazzo Sola-Busca si trova più o meno a metà strada tra la fermata Palestro della metropolitana e Villa Necchi-Campiglio. Si tratta di un edificio monumentale, caratterizzato da una profusione di elementi di coronamento alle finestre (dalle cornici ai timpani) e dall’impiego di travertino e un bugnato fatto di blocchi appena sbozzati, al livello inferiore della struttura. A dispetto del “tono” di tutta l’opera, però, i milanesi l’hanno prosaicamente ribattezzata Ca’ dell’oreggia, letteralmente “casa dell’orecchio”.
Il secondo ingresso dell’edificio, in via Serbelloni 10, presenta infatti un elemento in facciata quantomeno insolito: un bell’orecchio di bronzo perfettamente formato, con tanto di padiglione e condotto uditivo esterno, anche se il tutto presenta dimensioni decisamente sovraumane. Incastonato in una nicchia a lato del portone, la scultura-orecchio sembra disporsi all’ascolto della città.
In effetti, per quanto strana la realizzazione, questo elemento aveva in origine una funzione pratica: l’orecchio altro non è che un citofono sotto “mentite spoglie”. Trattandosi di uno dei primi esemplari in Italia di questo nuovo apparecchio tecnologico, l’architetto Andreani pensò bene di sottolinearne in un sol colpo la funzione e il prestigio, chiamando nientemeno che lo scultore Adolfo Wildt: il genio simbolista – protagonista in questi giorni di una grande mostra alla GAM – forni così il citofono (e il palazzo) di uno splendido orecchio finemente realizzato e dall’alto valore estetico.
[Immagine in apertura di Maurizio Montagna. Queste e altre fotografie, insieme a una serie di materiali di progetto originali e sculture, costituiscono il corpus di opere in mostra alle Fruttiere di Palazzo Te a Mantova fino al 31 gennaio 2016, per l’esposizione Aldo Andreani Architetto, a cura di Roberto Dulio e Mario Lupano]