L’architettura, in formato fumetto

31 Gennaio 2016

Matthias-Gnehm-Die-kopierte-Stad

Per un progettista, forse nessuno strumento riuscirà mai a sostituire il disegno geometrico: relativamente facile ed economico da realizzare – dal momento che bastano matite, compasso e squadre, almeno in teoria – riesce comunque a fornire tutte le informazioni necessarie alla realizzazione di una struttura architettonica, comprese misure e alcune indicazioni di massima sui materiali da impiegare.
Il progetto in pianta, però, è così sintetico e denso di dati da presentare in effetti un grosso inconveniente: è davvero difficile riuscire a interpretarlo, se non si è un addetto ai lavori.

Per questo, qualsiasi architetto sa che, al di fuori del suo studio, comunicare l’opera richiede altri “formati”: schizzi prospettici, rendering tridimensionali computerizzati e anche fotomontaggi.
Il Museo di Architettura di Oslo propone in questi giorni – e fino al 28 febbraio – una mostra che approfondisce un ultimo metodo di rappresentazione dell’architettura, forse non ancora popolare come gli altri ma estremamente interessante per le sue potenzialità: il “racconto” del progetto attraverso il fumetto.
Con la sua caratteristica distintiva di mescolare parole e immagini, illustrazione e racconto letterario, il fumetto presenta in fin dei conti un vantaggio notevole per gli architetti, che non soltanto possono “rendere” l’aspetto finale dei loro edifici attraverso un numero illimitato di scorci e stili di rappresentazione; di più, possono ambientare all’interno di queste strutture – tutte di là da venire – le storie che, immaginano, verranno vissute una volta realizzate nella realtà.

[Immagine in apertura: Matthias Gnehms, Die kopierte Stadt, 2014]