La provincia torinese ospita un’eccezionale rassegna dedicata al grande maestro dell’arte e della luce. Un viaggio nell’epoca di Caravaggio, alla scoperta della sua lezione rivoluzionaria.
Nonostante siano trascorsi secoli dalla sua scomparsa, l’eccezionale impatto della pittura di Caravaggio non smette di risuonare nel presente. Lo conferma anche l’intensa mostra Caravaggio e il suo tempo, ospitata dalla Fondazione Cosso fino al 10 aprile 2016.
Grazie a un percorso che si snoda attraverso gli splendidi ambienti del Castello di Miradolo – a San Secondo di Pinerolo, nella provincia torinese – la rassegna curata da Vittorio Sgarbi in collaborazione con Antonio D’Amico celebra lo stile inconfondibile del pittore lombardo inseguendone le tracce nella creatività dei suoi successori.
Le opere di Artemisia Gentileschi, Jusepe de Ribera, Mattia Preti e Matthias Stomer faranno da cornice a agli straordinari capolavori caravaggeschi, tra cui spicca la Maddalena penitente (di cui mostriamo un dettaglio nell’immagine in apertura) della Galleria Doria Pamphilj di Roma, dipinta da Caravaggio intorno al 1597 e vero e proprio punto di riferimento per le generazioni più giovani. Perfettamente immerso nella sua epoca, l’artista fu in grado di ritrarre la realtà con un atteggiamento veritiero, quasi fotografico, che influì sulle tendenze a venire.
La mostra piemontese offrirà al pubblico anche un prezioso colpo d’occhio su due enigmi legati alla produzione pittorica di Caravaggio. Il San Francesco in meditazione, proveniente da una collezione privata maltese, ha innescato un’affascinante catena di attribuzioni e rimandi, che caratterizza anche San Giovanni Battista al fonte di Cecco del Caravaggio, il cui esame diagnostico ha confermato l’effettiva derivazione dello stile dal grande maestro scomparso all’inizio del Seicento.