30 Gennaio 2016
Nella seconda metà del Seicento, un pittore alla corte dei Medici si specializza in un genere particolare di rappresentazione. Al centro delle sue tele, frutti e ortaggi originari di ogni parte del mondo.
Ci sono zucche bitorzolute e cocomeri enormi, esotici datteri e tartufi antichi. Soprattutto, polpe dall’aspetto invitante e trame delle superfici più diverse, per consistenza e colore. Non vi stiamo invitando a visitare un qualche mercato tradizionale, ma una mostra inaugurata lo scorso venerdì, 29 gennaio, nella Sala Quattro Stagioni di Palazzo Madama, a Torino.
Protagonista dell’esposizione, l’Eccentrica Natura che Bartolomeo Bimbi ha immortalato sulle sue tele per conto della famiglia Medici e in particolare del Granduca Cosimo III, suo committente a cavallo tra Seicento e Settecento.
Molto più di un pittore di nature morte, Bimbi mise a disposizione del suo mecenate occhi attenti e mani abili, per documentare con perizia fotografica – in assenza della riproduzione automatica e meccanica dell’immagine, appunto – la varietà di colture che all’epoca venivano importate, seminate e innestate sui vasti terreni della corte medicea.
Merito di Cosimo III, che riscontrava nelle piante e nei loro frutti lo specchio della generosità divina e, al contempo, si avvicinò all’agricoltura con approccio sistematico – scientifico, perché no – assistito dal botanico Pier Antonio Micheli: con questi diede avvio a un ambizioso lavoro di catalogazione delle specie presenti nei suoi dominii, distinguendole per stagionalità e habitat di provenienza.
Documentazione, questa, che ricorreva alla pittura del Bimbi quando si rendeva necessario ritrarre piante e frutti dalla “personalità” più spiccata; di certo, stravaganti e bizzarri vennero considerati i soggetti delle 25 tele esposte a Torino fino ad aprile 2016.
[Immagine in evidenza: Bartolomeo Bimbi, Popone di Ponte a Cappiano, 1694, olio su tela, cm 78 x 97,5, Firenze, Museo di Storia Naturale, Sezione Botanica. Iscrizioni: “Ponte a Cappiano 1694/ libbre 29 ½”]