Un tessuto di corde colorate verrà steso sulle teste dei visitatori del MoMa PS1, che quest'estate potranno sostare nel cortile del museo newyorkese approfittando di un'installazione tanto poetica quanto rispettosa dell'ambiente.
Giunto alla sedicesima edizione, il Young Architects Program ancora una volta offre a giovani talenti della progettazione l’opportunità di confrontarsi con uno spazio di grande prestigio, l’area outdoor del MoMa PS1 a New York, e realizzare un progetto temporaneo che – oltre a fornire ombra e posti a sedere ai visitatori nella bella stagione – costituisca un esempio innovativo di quello che gli architetti emergenti sono capaci di concepire.
Quest’anno, a vincere la sfida sono stati i messicani dell’Escobedo Solíz Studio, Lazbent Pavel Escobedo e Andres Solíz, che hanno presentato alla giuria l’installazione Weaving the Courtyard: assolutamente site-specific, il concept fa proprie le linee-guida dell’iniziativa – che presta una grandissima attenzione a temi quali la sostenibilità ambientale – e trasforma lo spazio messo a disposizione dal museo in un nuovo paesaggio urbano.
Elemento caratteristico del progetto è il sistema di ombreggiatura ideato dagli architetti messicani: un’intelaiatura di corde variopinte, tese sulla testa dei visitatori e agganciate ai setti murari del cortile sfruttando i fori già lasciati dai casseri nel cemento.
Il “tessuto” sospeso sarà a maglie sufficientemente larghe da permettere ai flussi d’aria di attraversarlo e muovere le singole corde, assumendo riflessi e colorazioni cangianti che non mancheranno di costituire un magnifico diversivo estetico, per i newyorkesi in cerca di relax e refrigerio duante l’estate.
[Immagine in apertura: Escobedo Soliz Studio, Weaving the Courtyard, 2015 © Escobedo Soliz Studio]