Le donne secondo Klimt, Schiele e Kokoschka

16 Febbraio 2016


Testimoni di un’epoca complessa, fatta di contraddizioni, impulsi rivoluzionari e travolgenti exploit che preannunciavano le Avanguardie novecentesche: Gustav Klimt, Egon Schiele e Oskar Kokoschka sono al centro della rassegna allestita tra le sale dell’imponente Belvedere viennese e dedicata all’universo della sensualità, resa attraverso l’energia creativa dei tre artisti.

Fino al 28 febbraio, Klimt, Schiele, Kokoschka und die Frauen regala al pubblico uno spaccato del clima culturale e sociale che caratterizzava la capitale austriaca agli esordi del Novecento, usando come chiave di lettura la sessualità. Oggetto di studi e ricerche trasversali a numerose discipline – dalla psicanalisi alle arti visive – il tema dell’identità sessuale teneva viva l’attenzione del tempo.

Sull’onda delle recenti teorie psicanalitiche elaborate da Sigmund Freud, sesso e sessualità smettono i panni del tabù e si trasformano in argomenti d’interesse collettivo, insieme al difficile – e da molti osteggiato – cammino verso la parità di genere. Queste sono solo alcune delle suggestioni sfociate nella pittura della triade viennese, capace di individuare sfumature della sessualità, soprattutto femminile, che fecero scalpore.

Dalle figure sinuose e calate in atmosfere sospese ritratte da Klimt ai tratti più spigolosi e secchi di Kokoschka fino alle linee crude e nette adottate da Schiele, la donna del secolo scorso raccoglie in sé le ossessioni, ma anche la voglia di libertà, di un’epoca di confine, durante la quale anche i desideri più intimi e le passioni più morbose possono trovare spazio in una dimensione creativa vicina alla realtà.

[Immagine in apertura: Egon Schiele, Sich zurücklehnende Frau mit grünen Strümpfen 1917 ©Courtesy Galerie St. Etienne, New York]