Le opere di oltre 20 artisti del nostro tempo, selezionati nella nuova edizione di PhC CapalbioFotografia, conducono alla scoperta di popoli, culture e territori che si affacciano su un mare all'incrocio tra Europa, Africa e Asia.
Il Mare tra le Terre, il Mediterraneo, è il tema guida della nuova edizione di PhC CapalbioFotografia, il progetto dell’Associazione Culturale Il Frantoio di Capalbio (Grosseto) nato nel 2009 da un’idea di Marco Delogu – direttore dell’Istituto di Cultura Italiana a Londra e direttore artistico del festival capitolino Fotografia – con Maria Concetta Monaci.
Le opere di artisti provenienti dall’Italia e dai paesi che si affacciano sul Mediterraneo sono state selezionate da Dimitri Angelini per tratteggiare un quadro dolente, affascinante e realistico del bacino marino.
Crocevia per millenni di scambi e civiltà, sul Mediterraneo si sono soffermate, con specifiche analisi e proposte, creativi diversi tra loro per generazione e formazione. Il paesaggio è al centro dell’indagine di Stefano Cioffi con la sua serie sul Dodecaneso, del fotografo maltese Kurt Arrigo e della sezione curata dall’esperta di comunicazione e divulgazione scientifica Viviana Panaccia, che porta in rassegna immagini satellitari e foto zenitali che provengono dagli archivi dell’Agenzia Spaziale Europea e dell’Agenzia Spaziale Italiana; ancora, allo stesso tema è dedicato il lavoro di Massimo Sestini, vincitore del World Press Photo 2015 nella sezione General News.
Sulla moltitudine di individualità che da millenni – e ancora oggi- attraversano e popolano il Mediterraneo si sono concentrati tra gli altri Fabrizio Bellomo, con suoi ritratti dei pescatori, e Valentino Bellini con quelli dei migranti.
A non lasciare indifferenti gli artisti presenti a PhC CapalbioFotografia è anche la storia, passata e recente, del grande mare, come testimoniano il progetto foto-storiografico sulla Libia, dal sapore intimo e familiare, di Francesco Fossa; le foto di David Schivo sulle rovine di Giannutri e gli scatti del greco Dimitris Chantzaras che, seguendo l’esodo del popolo siriano, ha mostrato come il Mediterraneo possa anche essere luogo di rifiuto anziché di accoglienza.
Il programma della manifestazione, che prosegue fino al 15 maggio, oltre al ciclo di mostre prevede incontri presso la sede de Il Frantoio: un’occasione per ricordare, specie nel complesso quadro geo-politico contemporaneo, il ruolo del Mediterraneo, territorio di separazione, morte, conquista, ma anche patria comune e condivisa per tante culture.
[Immagine in apertura: Saline nella riserva naturale di Margherita di Savoia, Puglia, 2015 © Massimo Sestini]