Il ritorno a Pompei di David Gilmour

17 Marzo 2016

David_Gilmour_in_Munich_July_2006

Non c’era pubblico a esultare e applaudire, quando i Pink Floyd registrarono il loro storico concerto a Pompei. Era il 1971 e nell’Anfiteatro Romano – completamente vuoto – la band eseguì dal vivo la sua musica psichedelica e visionaria, costellata di capolavori: la prima metà ed il finale di Echoes, One of These Days e A Saucerful of Secrets, eseguiti separatamente e, successivamente, montati assieme. Poi, furono aggiunti anche altri brani come Careful with That Axe, Eugene; Set the Controls for the Heart of the Sun; Mademoiselle Nobs (Seamus).
Dopo appena quattro giorni di riprese – dal 4 al 7 ottobre – a porte chiuse negli scavi, quella leggendaria esibizione divenne materiale per il film documentario Pink Floyd: Live at Pompeii, per la regìa di Adrian Maben.

Ora, dopo 45 anni la band dei Pink Floyd – o meglio una delle sue figure di spicco, il chitarrista David Gilmour – torna a Pompei. Questa volta il pubblico ci sarà e potrà ascoltare dal vivo, per ben due date – il 7 e l’8 luglio – quello che si prospetta un ideale seguito di quanto avvenuto negli anni Settanta, affidato stavolta esclusivamente alla voce e dalla chitarra di Gilmour, reduce dal suo nuovo album solista Rattle that lock.
Le due date si aggiungono a quelle che si terranno in un altro luogo storico italiano, l’Arena di Verona, il 10 e l’11 luglio.