La Street Art al museo. Succede a Bologna

18 Marzo 2016

Banksy | Courtesy: Sammlung Reinking | Photo: Joachim Fliegner

L’attesa – e anche discussa – esposizione Street Art – Banksy & Co. L’arte allo stato urbano varca finalmente le soglie di Palazzo Pepoli, sede del Museo della Storia di Bologna, offrendo al pubblico una panoramica non solo sulle origini del fenomeno street, ma anche sui suoi sviluppi più recenti.

Nata da una precisa volontà di Fabio Roversi-Monaco, presidente di Genus Bononiae, e di un gruppo di esperti nel campo della street art e del restauro, la mostra – allestita dal 18 marzo al 26 giugno – ha come obiettivo lo sviluppo di una riflessione sulle modalità di salvaguardia dei graffiti murari.

A cura di Luca Ciancabilla, Christian Omodeo e Sean Corcoran, la rassegna indaga il contesto socio-culturale che ha dato vita alla street art, entrando nel merito delle sue declinazioni più attuali. Il vero fulcro dell’iniziativa è la tecnica di strappo e restauro sperimentata dai restauratori Camillo Tarozzi, Marco Pasqualicchio e Nicola Giordani su alcuni muri bolognesi dipinti in ex complessi industriali della città.

I tre percorsi tematici che compongono la rassegna individuano l’imprescindibile legame fra questo tipo di espressioni artistiche e il contesto urbano. Citta dipinta raccoglie alcune opere di Banksy, di Blu e del duo brasiliano degli Os Gemeos, mentre Città scritta allude all’importanza del gesto grafico nelle opere di molti street artist, come il duo Cuoghi Corsello, Rusty e Dado. Città trasformata è una sorta di mostra nelle mostra e punta l’attenzione sulla New York degli anni Ottanta, presentando l’intera collezione donata nel 1994 al Museo della Città di New York dal pittore statunitense Martin Wong, giunta per la prima volta in Italia con i suoi celebri capolavori, da Keith Haring a Blade, da Futura a Daze.

[Immagine in apertura: Banksy, Bad meaning good, 2001, stencil e spray su cartone, 37,5×58 cm Collezione Reinking, Amburgo]