L’America di Hopper, in mostra a Bologna

23 Marzo 2016

Edward Hopper, Two Trawlers, 1923-1924, Whitney Museum of American Art, New York; Josephine N. Hopper Bequest © Heirs of Josephine N. Hopper, Licensed by Whitney Museum of American Art

Ci sono anche gli intensi e poetici capolavori Le Bistro or The Wine Shop (1909), South Carolina Morning (1955), Second Story Sunlight (1960), New York Interior (1921) e Summer Interior (1909), tra le opere selezionate per la monografica su Edward Hopper in apertura a Bologna il 25 marzo.

Dopo gli acclamati eventi espositivi di Roma e Milano, l’artista statunitense – divenuto famoso per le scene di interni, gli orizzonti di mare e la rappresentazione di un’umanità colta in attimi di sospensione o attesa – è protagonista di un nuovo appuntamento in Italia. Promossa contestualmente alla mostra Street Art – Banksy & Co. L’arte allo stato urbano, in corso a Palazzo Pepoli e resa possibile grazie alla collaborazione con il Whitney Museum of American Art, la rassegna bolognese può vantare anche la presenza di un prestito d’eccezione: si tratta di Soir Bleu, quadro di grande estensione, con una lunghezza di circa due metri, realizzato da Hopper nel 1914 a Parigi e considerato un simbolo della solitudine e dell’alienazione umana.

Il Whitney Museum di New York, oltre ad aver organizzato varie mostre sul pittore –nel 1920, nel 1950, nel 1964 e nel 1980 – per volontà della vedova ne conserva l’intera eredità, composta da oltre 3.000 opere tra dipinti, disegni e incisioni.
Non sorprende dunque che l’evento sia curato da Barbara Haskell, responsabile proprio della sezione dipinti e sculture del museo con sede a Manhattan, assieme a Luca Beatrice.

[Immagine in apertura: Edward Hopper (1882 1967), Two Trawlers, 1923-1924, Whitney Museum of American Art, New York; Josephine N. Hopper Bequest © Heirs of Josephine N. Hopper, Licensed by Whitney Museum of American Art]