È in mostra nella metropoli giapponese l’eccezionale capolavoro pittorico di recente attribuito al celebre maestro secentesco, quattrocento anni dopo la sua misteriosa scomparsa.
Fino al 12 giugno, il Museo Nazionale di Arte Occidentale di Tokyo accoglie tra le sue sale una mostra che, appena inaugurata, ha già catalizzato l’interesse mondiale. Fra le opere esposte nella rassegna Caravaggio e il suo tempo: Amici, rivali e nemici, viene presentata al pubblico – per la prima volta in assoluto – la famosa Maddalena, un dipinto scomparso nel nulla oltre quattro secoli fa e attribuito, nel 2014, al leggendario maestro lombardo.
L’ultima parola sulla strabiliante attribuzione è spettata a Mina Gregori, grande storica dell’arte italiana e allieva di Roberto Longhi. È stata lei a riconoscere con certezza nella Maria Maddalena in Estasi l’originale pittorico realizzato da Caravaggio, del quale esistono otto versioni sparse per il mondo.
Oltre alla tecnica e ai colori di matrice caravaggesca, l’opera – custodita in una collezione privata da generazioni di proprietari – conservava un dettaglio che non lascia molti dubbi sull’attribuzione. Sul retro del dipinto, un’iscrizione riportata su un foglio di carta indica, secondo la Gregori, l’innegabile paternità di Caravaggio. La stessa scritta avvalora anche l’ipotesi che la tela viaggiasse insieme al pittore quando lui morì, facendo poi perdere le sue tracce.