È un omaggio al Direttore del sito archeologico di Palmira, barbaramente ucciso per mano dell’Isis, la mostra al via al Museo Archeologico di Mantova.
Fino al 5 giugno Salvare la memoria (la bellezza, l’arte, la storia). Storie di distruzioni e rinascita intende accendere i riflettori sulla fragilità del patrimonio artistico internazionale e sul contributo reso, in nome della sua salvaguardia e difesa, dall’esercito pacifico dei Monuments Men.
Curato da Elena Maria Menotti e Sandrina Bandera, con l’apporto di un nutrito e competente comitato scientifico, il progetto prende avvio dalla dimensioni violenta della guerra ed estende l’orizzonte su episodi, anche di altra natura, a causa dei quali collezioni artistiche e manufatti di pregio in tutto il mondo sono stati messi a repentaglio: il terremoto del Nepal del 2015, il sisma che ha colpito l’area del mantovano nel 2012, quello di Assisi del 1997, ma anche l’alluvione di Firenze del 1966, l’attentato all’Accademia dei Georgofili e molti altri ancora.
Sviluppata su iniziativa del Polo Museale della Lombardia insieme al Comune di Mantova, all’ISCR, all’ICCROM, all’Università degli Studi di Milano, all’Università IULM, alla Monuments Men Foundation, a Palazzo Ducale-Mantova, alla Diocesi di Mantova e al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la mostra si sviluppa su tre livelli nel Museo Archeologico mantovano: immagini, documenti, filmati, testimonianze originali e reperti presenteranno ai visitatori storie di ricostruzione, di ostinazione, di coraggio, di impegno.
Tra le opere esposte, alcune di particolare pregio provengono proprio dal sito di Palmira, in Siria, le cui recenti scene di devastazione hanno indignato e ferito l’opinione pubblica internazionale.