'Giorni di un futuro passato' è la più grande retrospettiva mai realizzata sul lavoro dell’artista Adrian Tranquilli. Fino al 6 giugno 2016, i suoi eroi futuribili vivranno accanto a capolavori dell’arte antica.
Sono – temporaneamente – “invasi” da una serie di installazioni di grande impatto visivo gli spazi del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli: fino al 6 giugno prossimo è infatti allestita Giorni di un futuro passato, la più grande retrospettiva mai organizzata su Adrian Tranquilli.
Disseminati lungo tutto il percorso espositivo del MANN, i supereroi dell’artista originario di Melbourne – Batman, l’Uomo Ragno e Superman, il maestro jedi Yoda e altri, colti in momenti di debolezza, irriverenza, in pose o forme inconsuete – attivano un cortocircuito con la statuaria classica ed eroica della Collezione Farnese, conservata nella prestigiosa istituzione partenopea.
Interpretabili come reperti provenienti da un futuro incerto, le opere in mostra insistono sul rapporto tra classicità e futurologia, tra archeologia e fantascienza. Le opere Giorni di un futuro passato Iniziano a coinvolgere i visitatori fin dall’atrio del museo: qui infatti campeggia All is violent, all is bright, una riproduzione dei volumi della Basilica e di Piazza San Pietro in Vaticano resa possibile dall’accostamento di oltre 50 mila carte con decine di riproduzioni diverse di Joker.
Nato in Australia nel 1966, ma di base a Roma, Adrian Tranquilli ha posto fin dagli esordi al centro della sua ricerca artistica la figura dell’eroe, un modello antropologico che si è dimostrato capace di sopravvivere alle epoche, manifestandosi con forme e modalità diverse in una moltitudine di culture. Impiegandolo in modo esclusivo e continuativo, l’artista lo ha interpretato attingendo anche al linguaggio del fumetto super-eroico, inteso come riferimento visivo e formale.
Curata da Eugenio Viola, con il coordinamento di Marco De Gemmis, Giorni di un futuro passato rientra in un progetto intrapreso da circa un ventennio dal Servizio Educativo del MANN di Napoli, il cui intento è stimolare l’incontro tra le collezioni antiche conservate e i molteplici linguaggi dell’arte contemporanea.