L’artista sudafricano sta per inaugurare nella Capitale l’ambizioso progetto pensato per i muraglioni del Tevere, che sarà svelato al pubblico durante due giorni all’insegna del teatro dal vivo.
Mancano ormai poche ore all’attesa inaugurazione di Triumphs and Laments, colossale fregio lungo 500 metri sulle sponde del Tevere, ottenuto attraverso la pulizia selettiva della patina biologica dal travertino dei muraglioni a Roma. Promossa da TEVERETERNO e dalle istituzioni locali, l’incredibile opera porta la firma di William Kentridge, artista sudafricano di fama internazionale e appassionato della storia capitolina.
Il 21 e il 22 aprile, l’imponente lavoro sarà presentato al pubblico insieme alle oltre 80 figure alte sino a dieci metri che lo compongono, celebrando le più grandi vittorie e sconfitte registrate da Roma dai tempi mitologici a oggi, evocate da Kentridge sui muri che seguono il corso del fiume.
L’inaugurazione di Triumphs and Laments sarà accompagnata da un programma teatrale live gratuito, che verrà eseguito nelle serate del 21 aprile – il Natale di Roma – e del giorno successivo. La performance, ideata dallo stesso Kentridge, potrà contare sulle musiche originali del compositore sudafricano Philip Miller e di Thuthuka Sibisi.
Ispirata alle melodie liturgiche del compositore italiano tardo rinascimentale Salomone Rossi, la musica unirà i suoni tradizionali del Sud Italia alle parole del poeta Rainer Maria Rilke e alcuni frammenti di graffiti trovati sui muraglioni dove è stato realizzato il fregio.
Una danza di ombre e due processioni musicali – a evocare le vittorie e le sconfitte – si muoveranno sullo sfondo del fregio, in Piazza Tevere, sotto gli occhi del pubblico riunito sulla banchina opposta. La processione coinvolgerà più di 40 musicisti e vocalist, oltre a una miriade di strumenti musicali.
Suoni e voci provenienti dal passato e dal presente renderanno l’evento ancora più emozionante, mescolando melodie antiche e canzoni di battaglia alle musiche tradizionali del Meridione italiano e dei paesi extra-europei. In una grande celebrazione collettiva.