Keith Haring ha trasformato il graffito in un’opera d’arte, ma il suo genio non si è espresso solo nella lungimirante anticipazione della street art contemporanea. L'Italian Art Factory di Pietrasanta, per tutta l'estate, espone opere meno note e la riedizione del 'Pop Shop' ideato dall'artista statunitense.
Fino al 30 settembre K. H. Collezione privata di Keith Haring. Terracotte | Disegni | Acrilici | Gadget svela una speciale selezione di opere realizzate da una delle figure più influenti dell’arte statunitense del secondo Novecento.
Provenienti da un’unica collezione privata, le 16 opere in mostra presso l‘Italian Art Factory di Pietrasanta (Lucca) – un concept store dedicato all’arte, al design e al lifestyle – rivelano aspetti poco noti del maestro della Pop Art, un artista profondamente legato all’Italia e alla Toscana in particolare.
Infatti, proprio sulla parete esterna della chiesa del convento di Sant’Antonio Abate, a Pisa, realizzò nel 1989 – in soli 4 giorni – il grande murale Tuttomondo, suo ultimo intervento pubblico. La produzione ceramica e i cataloghi di stampe multiple in edizione limitata, esposti nella galleria, costituiscono una testimonianza della poliedricità di Keith Haring, antesignano della figura ormai consolidata dello street artist e icona indiscussa della New York degli anni Ottanta.
Per l’occasione gli spazi dell’Italian Art Factory accolgono un allestimento ad hoc e la riedizione del “Pop Shop”, lo storico punto vendita ideato dall’artista nel 1986. Qui saranno in vendita oggetti del merchandising ufficiale, i cui proventi verranno destinati alla Fondazione Keith Haring, un’istituzione attiva a sostegno dei malati di AIDS e dell’infanzia.