Le immagini del pluripremiato fotografo moscovita, nato nell’anno della caduta del Muro di Berlino e a pochi mesi dalla fine dell’Unione Sovietica, documentano un’utopia fallita.
È in corso fino al 7 giugno, presso la Bugno Art Gallery di Venezia, la mostra personale del giovanissimo e pluripremiato fotografo moscovita Danila Tkachenko, dal titolo Restricted Areas.
Si tratta di un progetto realizzato nell’arco di tre anni nelle zone più impervie, spesso inaccessibili, dell’ex Unione Sovietica.
Il ciclo fotografico documenta un’utopia fallita, un piano che ambiva negli anni Sessanta alla conquista mondiale puntando letteralmente all’occupazione di qualsiasi scenario: dalle profondità marine al cosmo remoto. E quindi venivano ideati aerei sperimentali, antenne paraboliche interplanetarie, enormi sommergibili… che ben presto diventano zone contaminate. Di questa strategia non restano che navi affondate, basi abbandonate e moduli spaziali lasciati ad arrugginire nella neve. Quella stessa neve che avvolge tutte queste immagini, come a sospendere nel tempo questi oggetti che diventano nelle foto di Tkachenko dei mitici artefatti.