Un uomo saluta per l'ultima volta, in silenzio, la sua casa. Inizia cosi, in media res, il nuovo lavoro del fumettista spagnolo Paco Roca, che ancora una volta realizza un racconto il cui tema portante è la memoria.
Pagina uno: un uomo anziano, senza proferire parola, esce di casa. Non lo vedremo rientrare mai, perché subito dopo ci ritroviamo catapultati a un anno di distanza nella stessa location: l’uomo è morto e i suoi tre figli hanno deciso di vendere la residenza per le vacanze. Decidono per questo di passarvi qualche giorno, assieme alle rispettive famiglie, per rassettarla e darle l’ultimo saluto.
Con La casa – questo il titolo del suo ultimo romanzo a fumetti – Paco Roca ritorna su quello che risulta ormai il leitmotiv tematico più affine alla sua sensibilità: la memoria, intesa come costruzione e rievocazione del ricordo.
Per esempio, abbiamo già potuto apprezzare la ricerca dell’autore iberico sul tema, mai scontata o eccessivamente melensa, nel suo lavoro più celebre Rughe (pubblicato in Italia nel 2008 da Tunué, da cui è stato tratto un lungometraggio animato nel 2011).
L’ultimo graphic novel è basato ampiamente su fondamenta autobiografiche. Come Fernando Marias scrive nell’epilogo, è il “libro che un ragazzo ha voluto scrivere per la morte del padre”; di riflesso, è anche il racconto di una generazione che ancora lottava – letteralmente – per costruirsi il futuro con le proprie mani, nonché del confronto tra genitori e figli, attraverso la rievocazione di esperienze e paure comuni.
Attraverso il ricordo dei momenti passati in quegli stessi luoghi col padre, i tre figli esploreranno sotto differenti aspetti il loro rapporto personale con il genitore; confronto che contestualmente li porrà di fronte alle loro diversità e divergenze.
Proporzioni bilanciate, linee essenziali e un uso del colore ben studiato, atto a sottolineare i vari passaggi – anche emotivi – della storia, pongono in risalto ogni singolo elemento della tavola, evidenziandone una concezione strettamente legata alle esigenze del racconto; ricacciando virtuosismi fini a se stessi e mostrando l’incredibile capacità di sintesi del maestro spagnolo, che fa di lui un narratore tanto scorrevole quanto di forte impatto, visivo e quindi emozionale.
La casa si pone così come un ulteriore tassello lungo il cammino intrapreso dall’autore: ne espande gli orizzonti, aggiungendo alla rievocazione del ricordo – oltre alla funzione di nesso tra passato e futuro – quella di speranza ed estremo atto di gratitudine. Ricordare, per continuare a vivere.