‘Chagall e la musica’, una mostra a Nizza

3 Giugno 2016

musée national Marc Chagall

Fino al 13 giugno 2016, il Musée national ‘Marc Chagall’ di Nizza si concentra sulla profonda relazione tra l’artista di origine bielorussa e la musica, con una poetica mostra.

Chagall e la musica – organizzata dal museo stesso, dalla Réunion des musées nationaux- Grand Palais in partenariato con il Museo della musica-Filarmonica di Parigi e la Piscine-Museo dell’arte e dell’industria André Diligent, Roubaix – raccoglie le opere esposte prima nella capitale francese e poi nella città di Roubaix, in due precedenti appuntamenti espositivi. Il risultato è una mostra unica, poiché si arricchisce di contributi e presenze disponibili esclusivamente nella sede museale di Nizza, tra cui il clavicembalo dipinto dall’artista nel 1980.

Attraversando in modo estremamente personale le principali correnti artistiche della sua epoca, Chagall riuscì a delineare un percorso autonomo, occupandosi di progetti su diversa scala, senza rinunciare ad interventi all’interno di edifici pubblici: sue la decorazione del soffitto dell’Opéra di Parigi e i dipinti del Lincoln Center di New York.
Oltre all’amore per la pittura, la passione per musica è uno degli aspetti distintivi del suo percorso umano, un legame che lo accompagnò dall’infanzia fino alla piena maturità creativa. Questo speciale rapporto nella sua produzione trova immediata traduzione nella tendenza a popolare i quadri di musicisti –  violinisti, suonatori di piatti, acrobati musicisti, suonatori di flauto, di shofar, angeli con la tromba – inseriti con fini consolatori, ma anche per richiamare lo spirito verso una vita semplice o per invocare sentimenti di gioia ed esaltazione.

Chagall scelse inoltre di rivolgersi in maniera attiva alla sfera musicale, mettendo la sua maestria a servizio anche del teatro, del balletto e dell’opera. Suoi i costumi e le scenografie per il Teatro di arte ebraica di Mosca (1919-1920), per Aleko (1942), per L’Uccello di fuoco (1945), per Dafne e Cloe (1958), e per Il Flauto magico (1967). Occasioni professionali nelle quali riuscì a combinare due aspetti salienti del suo modo di intendere l’arte, sulle quali si concentra anche la mostra Chagall e la musica.