Il Museo di Roma ospita una rassegna originale: 120 opere rendono omaggio a un genere a torto considerato minore, la caricatura, che nei secoli ha guadagnato invece la sua irriverente - e meritata - visibilità.
Fino al 2 ottobre l’ironia è protagonista al Museo di Roma, che fa da cornice a L’Arte del sorriso. La caricatura a Roma dal Seicento al 1849.
120 opere, provenienti da diverse istituzioni culturali della città – dall’Archivio Storico Capitolino all’Istituto Centrale per la Grafica di Roma fino al Gabinetto delle Stampe di Palazzo Braschi – compongono un’esposizione che celebra l’importanza della caricatura come genere artistico.
A lungo ritenuta di importanza minore rispetto agli altri filoni creativi, la caricatura fu praticata da numerosi maestri dell’arte, fra cui Gian Lorenzo Bernini, considerato il vero iniziatore di questa tipologia di ritratti.
A partire dal Settecento, il genere trovò uno spazio sempre maggiore nel panorama artistico, assumendo anche una componente intellettuale.
Pier Leone Ghezzi, soprannominato il “Cavaliere delle caricature”, Carlo Marchionni e Giuseppe Barberi restituiscono, con stili diversi, un’irriverente descrizione della loro epoca, non solo attraverso le caricature, ma anche grazie alle annotazioni relative ai personaggi raffigurati.
Con la fine del Settecento, però, la caricatura sarà soppiantata dalla vignetta satirica a matrice politica e di critica sociale; così, il noto giornale satirico Don Pirlone abbandonerà la bonarietà giocosa della caricatura settecentesca a favore dell’impegno civile.