8 Giugno 2016
Tassello dopo tassello, l'artista lombardo Matteo Rubbi ha dato vita a quattro mosaici in ceramica che aprono una finestra sul magico mondo del borgo di Solza, dove una piccola ma tenace comunità si mantiene compatta attraverso feste popolari e occasioni conviviali.
Dai grandi musei del mondo a un piccolo borgo della provincia bergamasca: Matteo Rubbi, classe 1980 e Premio Furla 2011, presenta nella sua zona d’origine Ritorno a Solzaland, una poetica installazione permanente inaugurata nei giorni scorsi.
Grazie ad un periodo in residenza nella piccola località di Solza – meno di 2mila abitanti a 15 chilometri da Bergamo – Rubbi si è avvicinato alle tradizioni locali, riscoprendo il valore che le sagre e altri momenti di aggregazione continuano ad avere nel cementificare il legame tra la popolazione locale e il territorio.
Lasciandosi ispirare direttamente dalle memorie del luogo, l’artista ha selezionato una serie di fotografie, tutte opera dei residenti, rinvenute nell’archivio della biblioteca del paese. Questo materiale ha costituito il punto di avvio di Ritorno a Solzaland, un intervento sviluppato in collaborazione con The Blank Contemporary Art e inserito nel progetto Incastrum Solza, promosso dal Comune di Solza e dalla Cooperativa Namastè e coordinato da Shape.
Alcune ispirazioni provenienti dalle fotografie sono state interprete e tradotte da Rubbi in mosaici di ceramica: sparse per le strade del centro storico, contribuiscono ora a narrare l’identità di un borgo nel quale sembra esserci ancora spazio per principesse, aquiloni giganti, competizioni con kart di legno e altre piccole magie. Ai primi quattro mosaici – collocati in prossimità del Castello di Solza e dell’adiacente passaggio pedonale, nei pressi della fontana ottocentesca di via Foglieni e all’altezza del civico 8 di p.zza San Giorgio – altri potranno seguire, in questo progetto in fieri capace di accrescere di memorie e testimonianze, anno dopo anno, i vicoli di Solza.