In occasione del cinquecentesimo anniversario della prima edizione dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, una mostra ospitata nella splendida cornice di Villa d'Este a Tivoli fa il punto sulle influenze esercitate dal poema sulle arti figurative.
Si lega a una serie di eventi sul territorio – concerti, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, conferenze e letture ariostesche – la mostra I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti, ospitata a Tivoli, nelle sale di Villa d’Este, dal 15 giugno al 30 ottobre 2016.
Promossa in occasione dei 500 anni dalla prima edizione dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, la rassegna scandaglia una pluralità di linguaggi e manifestazioni artistiche – dipinti, sculture, arazzi, ceramiche, disegni, incisioni, medaglie, libri illustrati – per rendere evidenza delle profonde suggestioni attivate dai temi del poema ariostesco sugli artisti. Così intense, da svilupparsi in un arco temporale davvero significativo: partendo dagli inizi del Cinquecento, l’adozione dei temi cavallereschi si estende fino al Novecento.
Curata da Marina Cogotti, Vincenzo Farinella e Monica Preti, I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti si svolge in un luogo capace di connettersi direttamente con il tema della mostra: il cardinale Ippolito II d’Este, il cui nome è legato alla costruzione di questa villa a Tivoli, era il nipote del cardinale Ippolito I, al quale era stato dedicato il poema.
Egli stesso, infine, viene più volte citato nell’ Orlando furioso; durante gli anni della giovinezza trascorsi presso la corte ferrarese, aveva avuto modo di conoscere e frequentare Ludovico Ariosto.
[Immagine in apertura: Jean Auguste Dominique Ingres, Ruggero libera angelica, dettaglio, 1841, olio su tela, 54 x 46 cm. Montauban, Musée Ingres]