Con il romanzo 'Beethoven e la ragazza coi capelli blu', Matthieu Mantanus prova a svecchiare l’immagine della musica classica che, in quanto a emozioni, non è meno intensa di quella rock.
Nel 2013 aveva ideato il progetto JeansMusic con il proposito di cambiare il rituale legato ai concerti di musica classica senza toccarne la sostanza; semplicemente, dirigeva l’orchestra in abiti casual. Ora, il giovane pianista e direttore svizzero-belga Matthieu Mantanus prova un altro approccio alla “popolarizzazione” della musica colta, pubblicando per Mondadori Beethoven e la ragazza coi capelli blu, che mette in dialogo la classica con il rock, con l’intento ancora una volta di svecchiarne l’immagine.
La storia è ambientata in un casale isolato della campagna Toscana e qui una famosa rockstar, Mark Rochester, sta registrando il nuovo album con la sua band. Tra una sessione e l’altra Mark approfondisce il rapporto con Anna, la bassista da poco entrata nel gruppo, e scopre che dietro a questa ventenne dall’aspetto un po’ dark, con due grandi cuffie rosse sempre alle orecchie e un ciuffo di capelli blu, si nasconde un’altra persona: una serissima contrabbassista della Philharmonia Orchestra di Londra.
Giorno dopo giorno, con il suo stile tanto anticonformista quanto appassionato, Anna trascina Mark in un viaggio affascinante e inaspettato nel suo mondo, scoprendo che non è poi così diverso dal suo.