22 Luglio 2016
Prosegue nella sua azione di racconto della Sicilia il 'Ragusa Foto Festival'. Giunto alla quinta edizione, per un intero mese la rassegna condensa nella cornice barocca della città siciliana mostre, workshop, letture portfolio, talk. Estendendo quest'anno il proprio orizzonte all'interno bacino del Mediterraneo.
Nella magnifica cornice dei palazzi barocchi di Ragusa Ibla, in Sicilia, si rinnova la tradizione del Ragusa Foto Festival, istituito nel 2012 e interamente focalizzato sulla fotografia contemporanea. La quinta edizione, dal titolo Il linguaggio del territorio, è in programma dal 22 luglio al 21 agosto e promette di rafforzare l’identità dell’appuntamento che per vocazione punta a “raccontare la nostra terra“, come ha affermato Stefania Paxhia, direttore esecutivo e ideatrice della manifestazione.
Quest’anno il Festival estende la propria visione sull’interno bacino del Mediterraneo, inteso come “spazio e insieme di culture” da conoscere e indagare. Rivolto a fotografi, videomaker, giornalisti, architetti e assolutamente aperto ad un pubblico di curiosi e appassionati del genere, il Ragusa Foto Festival propone mostre, workshop, letture portfolio, talk, in un’ottica di promozione ed analisi del linguaggio fotografico.
Tra gli appuntamenti più attesi del programma redatto per il 2016, va segnalato il denso cartellone di laboratori – tra cui il workshop intensivo Turbo Progettazione e quello focalizzato sulla produzione delle pubblicazioni a carattere fotografico – e gli eventi espositivi.
Olivo Barbieri – protagonista per tutta l’estate a Villa Manin, in Friuli, di un articolato progetto espositivo– sarà presente con due film, entrambi parte del suo decennale progetto Site Specific: Seascape #2, Castel dell’Ovo (nella foto in apertura), girato in digitale a Napoli nel 2006 con un prototipo di drone e SEVILLA→(∞) 06, anch’esso del 2006 e girato in 35mm.
Attraverso le immagini realizzate agli inizio del secolo scorso da Tony André, viaggiatore filantropo, il Festival renderà omaggio a Palmira, rivelandone l’aspetto ormai definitivamente perduto che i primi archeologi occidentali ebbero la chance di vedere dinanzi ai loro occhi.
Sulla Sicilia, inoltre, si concentreranno il lavoro di Umberto Coa, dal titolo Sutera – dedicato al paese della Sicilia centrale oggetto di una drastica riduzione della popolazione locale, del quale il fotografo ha colto “la vitalità rallentata“, ma anche imprevedibili trasformazioni – e Oily Way di Carmen Cardillo, autrice che dal 2007 si sta occupando della ricognizione fotografica delle foci dei maggiori fiumi siciliani.
Annunciato anche un omaggio al fotogiornalista Mario Dondero, scomparso nel 2015 e sostenitore del Ragusa Foto Festival fin dagli esordi, in ricordo del quale sarà proiettato il film-documentario Calma e Gesso di Marco Cruciani.