L'artista e attivista cinese si appresta a presentare, anche in Olanda, la ricerca che lo vede fortemente coinvolto sulla questione cruciale dei profughi e dell'attuale crisi umanitaria. Attraverso sculture, video e un collage fotografico esposti da settembre al Foam Museum di Amsterdam.
Il viaggio di Ai Weiwei e del suo team attraverso l’Europa e l’area del Mediterraneo, con tappe nei campi profughi allestiti in Siria, Turchia, Italia, Israele e Francia, costituisce il cuore della mostra #SafePassage, in programma dal 16 settembre al 7 dicembre prossimi al Foam Museum di Amsterdam.
Dopo translocation-transformation a Vienna e in contemporanea con Firenze – dove il 23 settembre aprirà Ai Weiwei. Libero, prima grande retrospettiva italiana interamente dedicata alla sua parabola artistica – anche l’istituzione olandese, votata al linguaggio fotografico, accoglie la ricerca che l’artista sta portando avanti in questa fase della sua carriera. #SafePassage prende avvio dall’esperienza di Ai Weiwei come rifugiato politico in Cina per estendersi alla denuncia delle condizioni di vita delle centinaia di migliaia di rifugiati e migranti che cercano di mettersi in salvo in Europa.
L’appuntamento espositivo – il cui cuore sarà rappresentato da un immenso collage di fotografie scattate dall’artista con il suo telefono cellulare, finalizzato a ricostruire gli incontri avvenuti lungo l’itinerario sulle rotte dei migranti – segue la pubblicazione del Foam Magazine #43, sul tema Freedom of Expression under Surveillance, alla cui stesura Ai Weiwei ha ciontribuito in veste di guest editor.
[Immagine in apertura: Ai Weiwei, photo by Ed Jones/AFP/GettyImages]