Con 'Il tempo di Signorini e De Nittis. L'Ottocento aperto al mondo nelle collezioni Borgiotti e Piceni', la Fondazione Matteucci per l'Arte Moderna di Viareggio riunisce opere d'arte italiane rimaste per decenni invisibili e non concesse a musei o mostre.
Sono le opere di De Nittis, Zandomeneghi, Boldini, Signorini, Lega e di altri interpreti del movimento dei Macchiaioli, a ricostruire indirettamente il profilo di Enrico Piceni e di Mario Borgiotti, intellettuali ed esperti d’arte nella Milano del secondo dopoguerra: le loro collezioni, infatti, sono confluite in un inedito appuntamento espositivo a Viareggio.
Fino al 26 febbraio 2017, la Fondazione Matteucci per l’Arte Moderna ospita Il tempo di Signorini e De Nittis. L’Ottocento aperto al mondo nelle collezioni Borgiotti e Piceni, una mostra capace di aprire uno spaccato su una specifica fase dell’arte italiana.
Coordinata da Giuliano Matteucci e resa possibile grazie alla collaborazione con la Fondazione Enrico Piceni e il Comune di Viareggio, la rassegna costituisce un’occasione senza precedenti per attivare un confronto su due personalità del secolo scorso e sulle loro modalità di intendere il collezionismo d’arte.
Animato da una forte passione per gli artisti italiani che alla dimensione nazionale avevano preferito le suggestioni della capitale francese – Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi e Giovanni Boldini, in primis – Enrico Piceni lavorava per Arnoldo Mondadori, occupandosi anche di tradurre i volumi di Dickens e della Brönte.
Borgiotti, musicista, aveva abbandonato la natìa Toscana per Milano, non prima di aver formato la propria coscienza sociale frequentando lo storico locale fiorentino Giubbe Rosse, dove aveva stretto amicizia con Papini, Cecchi e Soffici. Tra i suoi tratti distintivi c’era l’amore per lo stile pittorico dei Macchiaioli.
Rimaste a lungo non visibili, perché non concesse in occasione di precedenti mostre, le opere di Il tempo di Signorini e De Nittis. L’Ottocento aperto al mondo nelle collezioni Borgiotti e Piceni vengono ora eccezionalmente riunite insieme, in associazione ad un ulteriore nucleo di testimonianze artistiche di notevole pregio realizzate sia dagli artisti della cosiddetta Ecole Italienne che dai Macchiaioli.
[Immagine in apertura: Giuseppe de Nittis, Al Bois de Boulogne, 1873. Immagine nell’articolo: Federico Zandomeneghi, Le Moulin de la Galette, 1878 ca.]