L’artista originaria di Recanati è approdata nel cuore della città lombarda con un progetto che anima gli affascinanti spazi di un monastero, riaperto al pubblico solo in tempi recenti.
L’undicesima edizione della rassegna Contemporary Locus focalizza nuovamente l’attenzione di residenti e turisti su alcuni gioielli architettonici della città di Bergamo, a lungo dimenticati o interdetti al pubblico. Lo strumento che ha reso possibile tale operazione è, anche stavolta, l’arte contemporanea e la creatività dei suoi protagonisti.
Fra questi spicca Eva Frapiccini, protagonista del percorso allestito presso il Monastero del Carmine, a Bergamo Alta, già incluso in passato tra le location ospiti dell’iniziativa. Fino al 18 settembre, il progetto Dreams’ Time Capsule (nell’immagine in apertura, photo Mario Albergati) accoglierà il pubblico all’ingresso del chiostro, invitandolo a “donare” i propri sogni. Come? Raccontandoli ad alta voce, e in solitudine, all’interno della capsula costruita con stoffa per paracaduti e illuminata da un sistema di luci a LED
Puntando sull’attivazione di processi fortemente partecipativi, l’artista regala a Bergamo l’opportunità di prendere parte a un’opera itinerante, già approdata in Sud America, Egitto e Nord Europa.
La sala capitolare del Monastero, invece, fa da cornice alle 7 installazioni fotografiche della serie Golden Jail. Discovering Subjection, tuttora in via di realizzazione e incentrata sul tema della censura nell’ambito della Primavera araba.