La capitale britannica ha inaugurato la sua prima biennale intitolata al design, invitando i grandi nomi della progettualità mondiale a confrontarsi con un tema quanto mai attuale.
Con l’avvicinarsi dell’autunno, il calendario di rassegne internazionali torna a infittirsi, regalando anche qualche novità. Una di queste è l’esordio sul palcoscenico britannico della London Design Biennale, ospitata fino al 27 settembre dagli ambienti della Somerset House.
Designer, architetti e artisti tout court, provenienti da ben 37 paesi, sono confluiti nella capitale inglese, offrendo il proprio contributo alla discussione su un tema senza tempo – l’utopia – nell’anno in cui ricorre il cinquecentesimo anniversario della pubblicazione dell’omonimo volume firmato da Thomas More.
Installazioni, prototipi e opere d’arte visiva offrono una efficace interpretazione del tempo presente e allargano lo sguardo al futuro. Tra le “voci” della rassegna spiccano quelle, italianissime, che compongono l’intervento White Flag, curato da Silvana Annicchiarico e Giorgio Camuffo e targato Triennale Design Museum: venti bandiere bianche, disegnate da altrettanti giovani talenti nostrani e sostituite, una per ogni giorno, da un oggetto, selezionato dagli stessi designer.
[Immagine in apertura: London Design Biennale, Somerset House, photo credit Bradley Lloyd Barnes]