A Londra, un nuovo intervento dal design accattivante incorpora e reinterpreta un particolare effetto ottico. Oltre a generare una superficie dinamica e multiforme, la singolare 'pelle' della nuova torre contribuisce a ridurre le emissioni dell'edificio.
Si inserisce nel quartiere londinese di Greenwich Peninsula, al centro in questi ultimi anni di una serie di interventi di recupero, l’ultimo contributo creativo di una lunga serie, commissionato all’artista britannico Conrad Shawcross. A lui è stata infatti affidata la più importante operazione a carattere architettonico della zona, denominata The Optic Cloak.
Aperta nel corso dell’estate – anche se verrà ultimata soltanto questo autunno – la torre è stata progettata in stretta sinergia con lo studio C.F. Møller Architects. Nei suoi 49 metri di sviluppo verticale, l’edificio fa proprio e interpreta il cosiddetto “effetto Moiré”, un fenomeno ottico i cui esiti determinano una sorta di metamorfosi continua.
La struttura si lega a temi cari tanto all’Optical Art quanto al Cubismo, qualificandosi anche come un progetto concepito in nome dell’efficienza energetica. I pannelli di finitura, infatti, oltre a generare una superficie scultorea irregolare e di notevole impatto visivo, sono stati orientati in modo tale da favorire il maggior ingresso di luce naturale nelle ore diurne.