Dal 14 al 29 settembre tre artisti tra i più apprezzati della scena street internazionale saranno all'opera nella rassegna 'Wall in art. Muri d’arte nella Valle dei Segni'. A fare da cornice, un luogo unico: il primo sito italiano ad essere inserito dall'UNESCO nella lista Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Sta per essere attivato un inedito “cortocircuito” temporale in Valle Camonica, nella provincia bresciana, grazie al progetto Wall in Art. Muri d’arte nella Valle dei Segni. Dal 14 al 29 settembre 2016 Ozmo, Gaia e 2501, tra i nomi di rilievo della scena street internazionale, si misureranno con un’area geografica di notevole interesse storico e antropologico: la Valle Camonica, infatti, è contraddistinta dalla presenza di migliaia di incisioni rupestri, risalenti a circa 8mila anni fa.
Una testimonianza impressa sulle rocce con un’estensioni pari a 70 chilometri, che è valsa a questo territorio l’iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO: è stato il primo sito ad ottenerla in Italia.
Grazie a tre nuovi wall painting, il cui processo di creazione sarà condiviso con la popolazione locale, la celebre Valle sta per connettersi ad una delle correnti artistiche più feconde e complesse della nostra epoca. La street art è pronta alla pacifica invasione dei paesi di Vezza d’Oglio, Monno e Paspardo, “raccogliendo idealmente il testimone delle popolazioni camune che in epoca preistorica segnarono in modo indelebile, con i propri graffiti rupestri, l’identità del territorio“.
Con la direzione artistica dell’artista toscano Ozmo e il coordinamento di Sergio Cotti Piccinelli e Simona Nava, Wall in Art potenzierà attraverso un nuovo linguaggio la narrazione della Valle, riconnettendosi in forma simbolica alle popolazioni preistoriche e all’importante documentazione da loro realizzata su roccia.
Oltre ad offrire ai visitatori e ai residenti l’opportunità di assistere al live painting sulle tre pareti urbane selezionate, tre studenti locali – scelti attraverso un bando pubblico – prenderanno parte in maniera attiva alle varie fasi dei cantieri.
Una modalità per ridurre le distanze tra artisti e fruitori e favorire il trasferimento di metodi e ispirazioni, seguendo una lezione che era comune nelle botteghe rinascimentali. In programma anche incontri e workshop concepiti per favorire una conoscenza più compiuta del fenomeno street, ormai pienamente condiviso e presente su scala internazionale.
[Immagine in apertura: Ozmo, Minerva, 2015, Breno]