L’ultimo lavoro di Carlo Sironi si misura nuovamente col tema della maternità, dell’immigrazione e della marginalità sociale. Vincendo il premio per i nuovi talenti all’ultimo Festival di Locarno.
Rocio è la protagonista di Valparaiso, l’ultimo cortometraggio di Carlo Sironi che al 69esimo Festival di Locarno ha portato a casa il Premio Film und Video Untertitelung, sezione Pardi di domani: è un’immigrata clandestina, ha vent’anni, è sudamericana, rinchiusa nel centro d’identificazione ed espulsione di Roma. Durante la reclusione, la ragazza rimane incinta, ma non vuole rivelare come sia successo né chi sia stato. Preferisce tacere. La legge non permette la detenzione di una donna incinta, così Rocio viene rilasciata al quarto mese di gravidanza con un permesso di soggiorno temporaneo per maternità.
Ora è libera, ma deve portare avanti una gravidanza non voluta che Sironi racconta e non racconta, in un incastro di silenzi, lunghe attese, primi piani stretti che evocano il dramma di una clandestinità perenne, di una solitudine senza variazioni.
Prodotto da Giovanni Pompili per Kino Produzioni, scritto con Giulia Moriggi e realizzato con il contributo del Mibact –Direzione Generale per il Cinema, Valparaiso è il quinto lavoro di Sironi, che si era già misurato col tema della maternità, dell’immigrazione e della marginalità sociale nel suo Cargo (2012), in concorso anche al Festival del Cinema di Venezia, sezione Orizzonti.