I grandi nomi della creatività contemporanea si incontrano al Chiostro del Bramante. Per rendere omaggio a un sentimento universale, interpretato attraverso le sue molteplici sfumature.
Per festeggiare i suoi 20 anni di attività espositiva, il Chiostro del Bramante ha scelto una mostra dal respiro internazionale e dalle implicazioni, se possibile, ancora più ampie: universali, è il caso di dire. Fino al 19 febbraio 2017, la prestigiosa sede capitolina ospita LOVE. L’arte contemporanea incontra l’amore, unendo per la prima volta alcuni degli artisti più rappresentativi della creatività attuale all’insegna di un sentimento che identifica lo stesso essere umano.
Curata da Danilo Eccher, la rassegna prende le mosse dal valore universale per eccellenza, colto e raccontato nelle sue innumerevoli declinazioni. Dall’amore felice a quello incompreso, dall’amore trasgressivo a quello infantile, i tanti significati di un’emozione che non conosce confini geografici e di genere si dipanano lungo un percorso esperienziale che coinvolge i visitatori in prima persona.
Attraversando gli spazi espositivi e riappropriandosene, il pubblico diventa divulgatore della rassegna, potendo fotografare ogni opera in mostra e diffonderla sul web. Il risultato è una fruizione libera, direttamente connessa all’idea di open access a un museo in continuo cambiamento.
Fra le opere ospiti della rassegna spiccano la celeberrima Love, il quadrato di lettere tracciato da Robert Indiana negli anni Sessanta, la recentissima Infinity Mirrored room creata da Yayoi Kusama e intitolata All the Eternal Love I Have for the Pumpkins, il Self Portrait as Apollo del Belvedere’s (Lover) di Francesco Vezzoli e le video-installazioni di Ragnar Kjartansson, Tracey Moffatt, Nathalie Djurberg e Hans Berg, che indagano anche gli aspetti più oscuri e inquietanti di un sentimento per sua natura incredibilmente mutevole.
[Immagine in apertura: Yayoi Kusama, All the Eternal Love I Have for the Pumpkins, 2016, legno, specchio, plastica, acrilico, LED, 292,4x415x415 cm, edizione di 3 prove più 1 dell’artista, courtesy: Kusama Enterprise, Ota Fine Arts, Tokyo/Singapore and Victoria Miro, London, © Yayoi Kusama. Photography by Thierry Bal]