La città lombarda rende omaggio a uno degli artisti più rivoluzionari del secondo Novecento. Con una grande mostra che ripercorre tempi e luoghi della sua fulminea carriera.
Ha aperto i battenti l’attesa rassegna meneghina intitolata a un artista che ha scritto un importante capitolo della creatività recente. Fino al 26 febbraio, il Mudec ospita la mostra che prende il nome dal suo protagonista, Jean-Michel Basquiat.
Curata da Jeffrey Deitch – amico dello stesso Basquiat ed ex direttore del Moca di Los Angeles – e da Gianni Mercurio, la rassegna si inserisce nel percorso culturale che mette in relazione le collezioni etnografiche del museo milanese e la cosiddetta “arte primitiva” con i principali movimenti artistici dell’Ottocento e del Novecento.
In particolare, l’esposizione offre due chiavi di lettura per interpretare la poetica dell’artista scomparso nel 1988: quella geografica, legata ai luoghi che hanno segnato la storia artistica di Basquiat, e quella cronologica, fornendo al pubblico un ritratto a tutto tondo di una figura rivoluzionaria eppure fragile, osteggiata e al tempo stesso osannata dalla società del suo tempo.
Il jazz, i fumetti, l’anatomia, la scrittura e la poesia sono alcuni dei temi attorno ai quali è costruita la mostra, che raccoglie circa 140 lavori realizzati tra il 1980 e il 1987, provenienti soprattutto dalla collezione di Yosef Mugrabi e da altri prestatori privati: opere di grandi dimensioni, fotografie, disegni, collaborazioni con l’amico Andy Warhol e una serie di piatti in ceramica sui quali, con ironia, Basquiat ha ritratto personaggi e artisti di ogni epoca. Un ricco calendario di proiezioni e conferenze contribuirà ad approfondire la figura di un artista entrato nell’immaginario collettivo.
[Immagine in apertura: Jean-Michel Basquiat, Autoritratto, 1981, acrilico, olio, pastello a olio e collage su tre tavole, cm 101,6 x 177,8, Mugrabi Collection © The Estate of Jean-Michel Basquiat by SIAE 2016]