Una mostra sulla produzione fotografica e video dell’artista cinese indaga la sua poetica dagli esordi fino all’ultimo progetto, dedicato ai rifugiati.
È in corso, fino al 12 febbraio presso Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, Around Ai Weiwei: Photographs 1983-2016: un focus sulla produzione fotografica e video dell’artista, architetto e dissidente cinese Ai Weiwei, per indagare secondo un’ottica originale la sua poetica dagli esordi fino ai giorni nostri, oltre al suo ruolo nel dibattito culturale e politico cinese e internazionale.
La mostra si inserisce nel percorso di approfondimento sulla fotografia intrapreso da Camera, che in un anno dalla sua apertura ha centrato le proprie attività sull’indagine di questo linguaggio come mezzo di espressione artistica, riflessione politica e inclusione sociale, confrontandolo con altre materie e discipline dell’arte, evidenziandone il rilievo nello scenario contemporaneo e la capacità di dialogare sia con l’intero universo culturale, sia con pubblici diversi e variegati.
Around Ai Weiwei costituisce un passaggio ulteriore e fondamentale di questo programma, approfondendo il rapporto con la fotografia e il video di uno dei protagonisti indiscussi dell’arte contemporanea, ma anche figura centrale per l’analisi del rapporto fra Oriente e Occidente e della nostra storia recente e passata.
L’esposizione prende avvio con un selfie ante litteram (un autoritratto fotografico del 2003) e si chiude con l’anteprima di uno degli ultimi progetti di Ai Weiwei: Refugee Wallpaper, un collage di oltre 17mila immagini scattate dall’artista cinese durante il suo continuo contatto con l’emergenza rifugiati che si sta dispiegando in Europa, Medio Oriente e altrove.
Questa serie sembra voler far interrogare il pubblico sulle implicazioni dell’attivismo dell’artista: all’interno dei confini divenuti fragili sotto il peso degli eventi globali e della politica internazionale, il dramma della migrazione diviene spettacolo, come tutto il resto.
[Immagine in apertura: Ai Weiwei, Lesvos, 27 January 2016. Courtesy of Ai Weiwei Studio]