Il Teatro dell’Orologio ospita un’originale messa in scena del dramma shakespeariano. Atmosfere balcaniche e frontiere incerte fanno da cornice a una rilettura di forte impatto.
A 400 anni dalla morte del Bardo, il regista Stefano Sabelli porta sul palcoscenico del Teatro dell’Orologio di Roma una delle opere più famose di William Shakespeare, Re Lear. Fino al 6 novembre, gli spettatori potranno assistere a un dramma senza tempo, letto in chiave contemporanea.
Sullo sfondo di atmosfere balcaniche, con evidenti richiami a un contesto di frontiera destinato a implodere su se stesso, Lear, stanco re zingaro, affida il suo regno a due figlie adulatrici ripudiandone una terza, la più amata, che non crede alle false lusinghe delle sue sorelle.
Da quel momento in poi, tutto si sgretola, in un crescendo di eventi premonitori della fine di un’epoca, il tutto accompagnato da fanfare gipsy e ritmi concitati. Prodotto dal Teatro del Loto, di cui Sabelli è fondatore e direttore artistico, lo spettacolo vede impegnato il regista e la sua compagnia in una efficace rilettura della tragedia shakespeariana.