29 Ottobre 2016
Quali erano i giochi dei bambini del Quattrocento? In quale modo questa attività si rivela capace di fornire ai ragazzi anche gli strumenti per prepararli alla vita adulta? Nelle sale del Palazzo di Urbino una mostra indaga il valore sociale e la stessa cultura del gioco, dal Rinascimento al Barocco.
Con quattro sezioni espositive – Giochi in movimento, Giochi da tavola, Giochi d’azzardo, Giochi di bambini – la mostra Giochiamo! Giochi e giocattoli dal Rinascimento al Barocco della Galleria Nazionale delle Marche racconto due periodi clou della storia dell’arte italiana attraverso un’ottica insolita.
Ospitata nelle sale del Palazzo Ducale di Urbino, dal 27 ottobre 2016 al 5 febbraio 2017, l’esposizione curata da Valentina Catalucci restituisce “l’anima ludica” del periodo compreso tra il Quattrocento e il Seicento.
Concepita anche grazie alla collaborazione con il Kunsthistorisches Museum, l’esposizione propone nel proprio percorso carte da gioco, scacchiere, libri, giocattoli, dipinti ed incisioni provenienti da prestigiose collezioni austriache, tedesche e italiane.
Giochiamo! testimonia come a partire dal Rinascimento inizia ad affermarsi la convinzione che il gioco non sia soltanto svago, ma possa acquisire un valore nella formazione dei bambini, divenendo a pieno titolo uno strumento educativo capace di accompagnarli verso la vita adulta.
Una speciale attenzione è dedicata anche al fenomeno del gioco d’azzardo, ampiamente diffuso in Europa nonostante il Cristianesimo lo considerasse “un’attività demoniaca dovuta all’appropriazione indebita di denaro“. Tra le opere di questa sezione, si segnala il dipinto Giocatori di carte del caravaggista olandese Theodoor Romboutscon. Il cuore della mostra è rappresentato dagli oggetti provenienti dallo Schloss Ambras di Innsbruck, che fino al 2 ottobre scorso ha ospitato una mostra gemella.