Avrebbe compiuto 103 anni a dicembre, l'architetto e designer che ha legato il suo nome ai più importanti progetti - e prodotti - italiani. Anzi, milanesi, perché alla città dov'è nato Caccia Dominioni resterà legato per tutta la vita, anche professionale. Proprio nel capoluogo lombardo si è spento, la domenica del 13 novembre.
Architetto, urbanista e designer, Luigi Caccia Dominioni lega il suo nome alla storia della progettazione italiana di tutto il Novecento, e di una città in particolare: la sua Milano, dov’è nato il 7 dicembre 1913 e da cui ha preso definitivo commiato solo oggi, giorno della sua scomparsa.
Seppure aveva conseguito l’abilitazione professionale a Venezia, è al Politecnico di Milano che il grande progettista si era formato; sempre nel capoluogo lombardo aprì poi lo studio professionale, nel 1936, assieme ad altre due grandi menti del design made in Italy, i fratelli Livio e Pier Giacomo Castiglioni.
Dal dopoguerra, rientrato in Italia dalla Svizzera dov’era fuggito per non aderire alla fascista Repubblica Sociale, prende il via una carriera diversificata ma sempre strettamente legata alla sua amata città natale, di cui contribuirà a segnare lo sviluppo in modo indelebile. Tra i tanti edifici meneghini, basti ricordare che portano la sua firma i progetti di Casa Caccia Dominioni (andata distrutta) in piazza Sant’Ambrogio, il palazzo delle Cartiere Binda (1966), i complessi residenziali San Felice e La Viridiana in collaborazione con Vico Magistretti, infine la risistemazione di piazza San Babila, nel 1997.
Fra le sue realizzazioni come designer da ricordare la radio a valvole Phonola 547, progettata insieme ai fratelli Castiglioni in collaborazione con Caccia Dominioni, la poltrona Catilina del 1958, il mobile Casaccia del 1962, la poltrona Toro del 1973, la panchina Monforte del 1986.
[Immagine in apertura: 2013, Varese – Il sindaco Attilio Fontana consegna una pergamena a Luigi Caccia Dominioni, photo by Associazione Amici di Piero Chiara, fonte Flickr]