Il Museo Madre di Napoli si accinge a omaggiare uno dei più celebri artisti del Novecento. Con una grande rassegna espositiva, cui si affiancherà il documentario in onda a febbraio su Sky Arte HD.
Indiscusso maestro dell’avanguardia italiana del dopoguerra, Fabio Mauri è protagonista di Retrospettiva a luce solida, la mostra a lui dedicata dal Madre di Napoli, in scena dal 26 novembre al 6 marzo 2017. Curata da Laura Cherubini e Andrea Viliani, la rassegna evocherà la carriera dell’artista scomparso nel 2009, offrendo al pubblico una panoramica sulla sua produzione.
Lungo un percorso concepito ad hoc per i singoli ambienti del museo, troveranno spazio più di cento opere, installazioni, azioni e documenti, che testimoniano l’indagine artistica condotta da Mauri sulla storia moderna e contemporanea e i suoi conflitti, ma anche sui meccanismi dell’ideologia e della propaganda. Il museo stesso, con la sua fisicità, contribuisce a riportare in vita una poetica articolata e solidamente connessa alla realtà.
Per l’occasione, su Sky Arte HD, nel mese di febbraio, andrà in onda in prima visione il documentario The End, diretto da Andrea Bettinetti e prodotto da Good Day Films in collaborazione con lo Studio Fabio Mauri e il Museo Castello di Rivoli, nel quale si racconta la figura di Fabio Mauri e il suo percorso artistico-poetico partendo dagli Schermi, il cinema e la proiezione, per attraversare le grandi performance e installazioni sull’ideologia, come Ebrea e Cos’è il Fascismo, fino a delineare l’uomo, con le sue insicurezze e le sue fatiche, i suoi slanci religiosi, la sua passione per l’insegnamento, i giovani e la politica.
Si tratta di un’occasione unica per osservare da vicino le opere di Mauri, prelevate dai depositi, svelate, esaminate e infine allestite nelle sale dello storico Palazzo Donnaregina di Napoli, sede del museo campano di arte contemporanea. Lungo questo viaggio commentano e raccontano la figura di Mauri colleghi, collaboratori e amici come Carolyn Christov-Bakargiev, Jannis Kounellis, Furio Colombo, la compagna Piera Leonetti e il fratello Achille Mauri. I loro racconti si intrecciano a quelli degli storici assistenti dell’artista, che oggi curano la vita dello Studio Fabio Mauri; parole che aiutano a svelare la metodologia di lavoro di Mauri, la sua maniacale precisione, ma anche il suo aspetto più quotidiano e umano.
Il documentario coinvolge pure artisti di fama internazionale come Paul McCarthy – in qualche modo vicino alla ricerca di Fabio Mauri –, il quale riflette sull’importanza e sull’attualità della sua opera, e curatori di musei noti in tutto il mondo come Udo Kittelmann, della Nationalgalerie di Berlino, Okwui Enwezor, della Haus der Kunst di Monaco, e Kerry Brougher, direttore della Academy Motion Picture of Arts and Sciences di Los Angeles.
[Immagine in apertura: Senza Titolo, 1992, performance con Mariangela Zugaro De Matteis, Studio Casoli, Milano © Foto: Antonio Maniscalco Courtesy Estate Fabio Mauri; Hauser & Wirth]