Milano festeggia i 90 anni di Arnaldo Pomodoro

28 Novembre 2016


È un traguardo che merita più di un festeggiamento, quello raggiunto da un’icona artistica del nostro tempo. Nell’anno del novantesimo anniversario della sua nascita, Milano celebra la lunga carriera di Arnaldo Pomodoro attraverso un intenso calendario di eventi, che trova il suo fulcro nell’imminente antologica ospite di Palazzo Reale.

Dal 30 novembre al 5 febbraio 2017, la Sala delle Cariatidi farà da cornice alla rassegna curata da Ada Masoero e incentrata sulle tappe fondamentali dell’evoluzione creativa di Pomodoro. Una trentina di sculture – realizzate dal 1955 a oggi e scelte dall’artista in persona – evocheranno la storia di uno stile inconfondibile, spaziando dai bassorilievi in piombo, argento e cemento degli anni Cinquanta alle forme bronzee e lucide fino ad arrivare alle celebri Sfere e all’imponente rilievo Le battaglie, in fiberglass e polvere di grafite.

In Piazzetta Reale sarà esposto, per la prima volta nella sua totalità, il complesso scultoreo The Pietrarubbia Group, un ideale omaggio dell’artista alle proprie origini, mentre alla Triennale di Milano e alla Fondazione Arnaldo Pomodoro saranno presentati quattro progetti “visionari” basati sul dialogo tra l’opera scultorea, l’architettura e lo spazio circostante, grazie all’ausilio di maquette, disegni e fotografie.

Il Museo Poldi Pezzoli metterà in luce la passione di Pomodoro per il teatro, esponendo sedici teatrini che raccontano la sua attività per il palcoscenico svolta tra il 1982 e il 2009 in diversi ambiti drammaturgici, dalla tragedia all’opera lirica, dal teatro contemporaneo alla musica. Infine, un vero e proprio itinerario artistico collegherà varie zone di Milano: da Piazza Meda con il Grande disco, a Largo Greppi con Torre a spirale fino a raggiungere un luogo davvero affascinante, Ingresso nel labirinto, costruito nei sotterranei dell’edificio dove oggi ha sede lo spazio espositivo della Fondazione.

[Immagine in apertura: Arnaldo Pomodoro, Sfera n. 1, 1963 bronzo, ø 120 cm, photo Aurelio Barbareschi]