Pittura e verità, secondo Velázquez

8 Novembre 2016


Fino al 12 marzo 2017, le gallerie al secondo piano del Metropolitan Museum of Art di New York ospitano una rassegna che, nella sua essenzialità, ha già attratto l’interesse mondiale. Velázquez Portraits: Truth in Painting riunisce “soltanto” 7 dipinti, ma firmati – nell’arco di un ventennio – da uno dei pittori secenteschi più rinomati, il cui stile ha fatto scuola.

Due delle opere esposte – Il ritratto di una giovane (nell’immagine in apertura, un dettaglio) e quello del Cardinale Camillo Astalli-Pamphili, datati fra il 1640 e il 1650 e custoditi presso l’Hispanic Society of America in New York City – sono reduci da un importante intervento di restauro condotto dal MET, che li ha riportati entrambi allo splendore originario, grazie all’eliminazione di alcuni strati di vernice successivi.

Nonostante la fama di Velázquez come ritrattista della monarchia spagnola, i ritratti non istituzionali che egli realizzò non solo in territorio iberico, ma anche durante i suoi viaggi in Italia, testimoniano l’incredibile potenza della sua verve creativa.

Libero dai dettami della ritrattistica ufficiale, il pittore mise a punto una serie di opere capaci di evocare lo stato d’animo, il temperamento e la dimensione interiore dei suoi soggetti. Rappresentati quasi a grandezza naturale e su uno sfondo neutro, i protagonisti dei ritratti di Velázquez sono portatori di una bellezza senza tempo, in grado di colpire anche lo sguardo e l’immaginario del pubblico contemporaneo.