Prendendo spunto dalle ultime iniziative per commemorare il centenario della Grande Guerra, la nuova mostra della Fondazione Benetton Studi Ricerche indaga la capacità di mappe e carte geografiche di influenzare l'opinione, nonché la loro incidenza negli eventi della storia mondiale. A Treviso, fino al 19 febbraio 2017.
Con l’allestimento e il progetto grafico di Fabrica, la mostra La geografia serve a fare la guerra? – in corso fino al 19 febbraio 2017 – si concentra sulla “grande forza comunicativa e persuasiva delle carte geografiche“, proponendo ai visitatori un autentico “viaggio esperienziale”.
Ospitata negli spazi Bomben di Treviso e curata da Massimo Rossi, la nuova esposizione della Fondazione Benetton Studi Ricerche indaga il ruolo svolto da mappe, atlanti e opere d’arte legate alla riproduzione del territorio come “potenti mezzi di comunicazione non verbale“.
Attraverso tre percorsi profondamente legati tra loro – Rocce e acque; Segni umani; Carte da guerra – l’esposizione prende in esame un vasto arco temporale offrendo una visione duplice. Oltre a soffermarsi sull’intrinseca capacità delle carte geografiche “di mettere ordine a un mondo altrimenti caotico, per renderlo più comprensibile e familiare, distinguendo gli oggetti, ma soprattutto nominando i luoghi per consentirci di riconoscerli“, La geografia serve a fare la guerra? punta anche a delineare un’altra geografia, attraverso il contributo di due autorevoli testimoni di un secolo fa come il geografo Cesare Battisti e lo storico Gaetano Salvemini.
[Immagine in apertura: Planisfero con bandiere, tappeto annodato a mano, area di produzione Afghanistan]