Attiva un dialogo tra il padre della Pop Art e il pioniere della Digital Art, la mostra appena inaugurata a Spoleto. Aperta fino ad aprile 2017, offre l'occasione di immergersi nelle opere di due 'artisti eletti, nati per fare e rimanere nella storia' e delle rispettive epoche, che hanno saputo interpretare al meglio.
Vacanze di Natale all’insegna della Pop Art, a Spoleto, dove da pochi giorni è stata inaugurata la mostra Warhol VS Gartel. Hup Pop. Ospitata presso gli ambienti di MAG MetaMorfosi Art Gallery, nella centralissima Piazza Duomo, la rassegna affianca una straordinaria collezione di opere del padre della rivoluzione Pop agli – altrettanto notevoli – lavori firmati Laurence Gartel, l’artista americano considerato il pioniere della Digital Art.
Un dialogo reso possibile attraverso la curatela affidata a Maurizio Vanni – direttore del Lu.C.C.A. Lucca Center of Contemporary Art – e prestiti provenienti da collezione private.
Aperta fino al 2 aprile 2017, Warhol VS Gartel. Hup Pop è stata prodotta e organizzata dall’Associazione Metamorfosi in collaborazione con Spirale di Idee e Artelite, con il patrocinio del Comune di Spoleto e della Regione Umbria. Come ha sottolineato Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi, la mostra di Spoleto costituisce un’apertura al contemporaneo e offre “un’esperienza culturale mai vista in Italia; lo facciamo a poche settimane dal terribile terremoto che ha colpito il Centro Italia nel tentativo di dare un segnale di speranza a Spoleto, verso la quale rinnoviamo il nostro impegno, che nelle prossime settimane si concretizzerà anche con la presenza di Gartel”.
In questo percorso espositivo che abbraccia due dei principali filoni che hanno inciso nella definizione delle correnti artistiche contemporanea, il parallelismo tra Larry Gartel e Warhol non è casuale.
A illustrare le ragioni dell’avvicinamento lo stesso curatore, accendo i riflettori su un comune atteggiamento di analisi da parte dei due interpreti. Maurizio Vanni li ha infatti definiti “artisti eletti, nati per fare e rimanere nella storia, cresciuti per modificare gli equilibri culturali e sociali di un luogo in un determinato momento storico. Il loro obiettivo era quello di scoprire la verità e non la realtà, quell’essenza del mondo e delle cose che poteva giungere all’uomo solamente tramite i mezzi di comunicazione di massa.”
In particolare, sono 29 i lavori di Warhol presenti; tra acetati, litografie e stampe digitali, emergono serigrafie e litografie che restituiscono il sapore di gran parte del secondo Novecento, come testimoniano il Gianni Agnelli del ’79, Mao dell’89 e la copertina dell’LP The Velvet Underground & Nico del 1967.
[Immagine in apertura: Andy Warhol, Autoritratto, 1986. Immagine nell’articolo: Larry Gartel, Ford Galaxie, 1995]