Pietra, bambù e luce naturale caratterizzeranno l'aspetto della biblioteca firmata dallo studio di architettura statunitense. Un intervento finanziato da The Miracle for Africa Foundation, cui seguirà la realizzazione di un complesso più ampio per lo studio e la cultura.
Concepita per essere il primo tassello di un futuro campus universitario, la biblioteca firmata Steven Holl Architects per il piccolo stato africano del Malawi potrebbe finire molto presto sui manuali dei Politecnici del mondo.
Come ha dichiarato Y.K. Chung – fondatore e presidente di The Miracle for Africa Foundation, che sostiene il progetto – annunciando l’approvazione dell’impianto architettonico messo a punto dal celebre studio nordamericano, “Questo progetto è storico, la biblioteca sarà un marker iconico per la storia architettonica di tutta l’Africa; in particolare per il Malawi che è stato lontano dalla civiltà moderna per così tanto tempo”.
Tra i più piccoli e disagiati Paesi del continente africano, nei prossimi anni Malawi cercherà di puntare sulla formazione dei propri giovani. Infatti, il nascente campus dovrebbe includere gli edifici per le facoltà di giurisprudenza, amministrazione, arti visive, oltre a complessi sportivi e spazi per la cultura, la musica e il teatro. Nell’attesa, il primo intervento che verrà intrapreso riguarda la realizzazione della biblioteca in pietra e bambù di Steven Holl, un edificio sorprendente destinato all’intera comunità locale, non soltanto agli studenti.
Con un’estensione superiore a 6mila metri quadri, la struttura verrà costruita in pietra locale, bambù e cemento armato; ospiterà locali per le attività di studio e ricerca, oltre a ambienti di ritrovo condivisi.
A caratterizzare l’edificio saranno i 6 elementi curvilinei prefabbricati, uno diverso dall’altro, della copertura. A essi sono affidate più funzioni: oltre a divenire un landmark che renderà riconoscibile e immediatamente identificabile la biblioteca, moduleranno l’ingresso della luce naturale negli spazi interni. Inoltre, saranno dotati di pannelli fotovoltaici che garantiranno l’autosufficienza energetica della struttura.
Uno tra questi presenta un’ampia apertura, dalla quale l’acqua piovana verrà convogliata in una sorta di piscina, candidata a divenire fulcro visivo e cardine della distribuzione dei percorsi. L’acqua, per effetto della luce naturale, genererà giochi di luce su tutte le superfici interne.
A rimarcare il perimetro, pur senza generare chiusure nette verso l’esterno, sarà uno speciale filtro in bambù.
[Immagine in apertura: Il progetto di Steven Holl Architects per la biblioteca in Malawi, courtesy Steven Holl Architects]