Le icone di Robert Doisneau raggiungono il Forte di Bard

14 Dicembre 2016

robert doisneau bacio

La “fotografia umanista” di Robert Doisneau è protagonista della nuova mostra del Forte di Bard. Il luogo di riferimento della scena culturale della Valle d’Aosta, dal 17 dicembre al 1° maggio 2017 propone una selezione delle immagini più iconiche realizzate dal fotografo francese, scegliendo di riunire insieme gli scatti che hanno contribuito all’affermazione dell’autore su scala internazionale.
Curata dall’Atelier Robert Doisneau di Parigi e dall’Associazione Forte di Bard, Robert Doisneau. Icônes riunisce dunque le opere più conosciute – e riconosciute! – dell’artista, considerato, insieme ad Henry Cartier-Bresson, uno dei padri fondatori del fotogiornalismo di strada.

Tra le fotografie esposte, immancabile Le baiser de l’Hôtel de ville del 1950 (in apertura, un particolare), ancora oggi simbolo visivo della città di Parigi e della sua vita quotidiana nell’immaginario collettivo. Proprio la capitale francese occupa un ruolo di assoluto rilievo nella mostra del Forte di Bard, grazie alla presenza di immagini affascinanti e poetiche che trasferiscono nell’osservatore la dimensione dei bistrot, della vita lungo fiume, ma anche l’ingenuità e la spensieratezza legata all’infanzia.
Non mancano lavori che restituiscono il quadro sociale del secondo dopoguerra, come nel caso di La poterne des peupliers, che racconta delle periferie operaie.Uno sguardo sugli intellettuali dell’epoca viene inoltre delineato dagli iconici ritratti di Picasso, Giacometti e Prévert.
Per incrementare la lettura della parabola artistica di Robert Doisneau, il percorso espositivo comprende anche un’intervista inedita alle due figlie dell’artista – Annette Doisneau e Francine Deroudille – che, all’interno dell’appartamento-studio del padre, hanno dato vita a un atelier in cui sono conservati oltre 450mila negativi.

Nato del 1912, molto conosciuto come fotografo di strada, ma attivo sul fronte, durante la Seconda Guerra Mondiale, Doisneau illustrava la propria capacità di catturare le emozioni della realtà circostante in questo modo: “Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”.