È intitolata alla fotografia contemporanea nipponica la rassegna ospite della Fondazione Carispezia. Riflettori puntati su sette tra gli artisti più rappresentativi del panorama giapponese.
Fino al 5 marzo 2017, la Fondazione Carispezia guarda all’Estremo Oriente, attraverso la mostra Seven Japanese Rooms. Fotografia contemporanea dal Giappone, a cura di Filippo Maggia. Un’intensa raccolta di scatti firmati da Tomoko Kikuchi, Toshiya Murakoshi, Koji Onaka, Chino Otsuka, Lieko Shiga, Risaku Suzuki e Chikako Yamashiro, testimoni dell’ampia gamma espressiva racchiusa nell’arte dello scatto nipponica.
Caratterizzate da approcci differenti, le ricerche di questi artisti risultano accomunate dalla vicinanza a temi strettamente concreti e attuali, dove l’esperienza diretta – intesa come coinvolgimento dell’autore nel vissuto quotidiano – rappresenta l’elemento fondante di opere tanto diverse.
Koji Onaka e Risaku Suzuki giocano il delicato ruolo di collegamento con la generazione di fotografi precedente – cui appartengono, ad esempio, Yasumasa Morimura e Hiroshi Sugimoto –, schiudendo lo sguardo su un immaginario visivo fatto di paesaggi malinconici e soggetti semplici, rivelatori, tuttavia, del potente senso di caducità connaturato all’esistenza.
Temi delicati come quello del mondo transgender e della memoria storica dei luoghi ricorrono negli scatti di Tomoko Kikuchi, Chino Otsuka e Lieko Shiga, artiste dal piglio indipendente e volitivo. Cultura, tradizioni e senso delle origini, invece, rappresentano, seppur con risultati differenti, il cuore pulsante dell’indagine di Chikako Yamashiro e Toshiya Murakoshi, completando il mosaico di sfumature e significati messo in evidenza dalla mostra.
[Immagine in apertura: Risaku Suzuki, serie Sakura N. 51, 2003]