Il museo viennese votato all’arte contemporanea ospita un affascinante esperimento creativo, ispirato a un progetto dell’artista austriaco scomparso nel 2012. Una mostra interattiva, che trova nella collaborazione - tra artisti, opera e pubblico - la sua ragion d’essere.
Da sempre interessato al legame fra opera, artista e pubblico, nel 1999 Franz West diede il via a un progetto intitolato ARTISTCLUB, con l’intento di verificare “sul campo” tali dinamiche. Scomparso pochi anni dopo, West non fu in grado di portare a termine l’impresa, ma oggi una mostra ne evoca lo spirito, declinandolo secondo una logica curatoriale inclusiva.
La rassegna Franz West – ARTISTCLUB, ospite di 21er Haus a Vienna fino al 23 aprile prossimo, curata da Harald Krejci, riunisce 36 artisti attorno ai concetti di partecipazione e collaborazione indagati da West e il risultato è una mostra interattiva, dove il dialogo fra gli artisti e il coinvolgimento del pubblico giocano un ruolo essenziale.
Insieme all’idea di autorialità, l’azione partecipativa è il terreno d’indagine da cui prende le mosse l’esposizione che vede protagonisti, fra gli altri, Elisabetta Benassi, Urs Fischer, Douglas Gordon, Mike Kelley, Sarah Lucas, Otto Muehl, Albert Oehlen e Michelangelo Pistoletto.
A conferma del carattere inclusivo della rassegna, per tutta la durata di quest’ultima, ogni secondo mercoledì del mese l’opera di Heimo Zobernig farà cornice e sfondo a performance, incontri e concerti, invitando il pubblico a interagire fisicamente con gli oggetti che compongono l’intervento.
[Immagine in apertura: Marina Faust – Franz West, Talk without Words (Christopher Wool), 2012 © Marina Faust, © Archiv Franz West]